Dell'amicizia in questo periodo di emergenza sanitaria se ne parla già da diversi mesi. Si parla di come siano cambiate le modalità di relazione e di come, durante il Covid-19, alcune relazioni siano state migliorate, peggiorate o spezzate.
Snapchat, nel "Frienship Report" pubblicato a ottobre 2020, ha ampiamente esplorato l'impatto del Coronavirus sulle relazioni sociali: come sono cambiate le amicizie? come i nuovi paradigmi influiscono sulle nostre emozioni? come la tecnologia sta alleviando le difficoltà di questo lungo periodo di distanziamento sociale?
Dalla ricerca (oltre alle statistiche quantitative e demografiche che puoi trovare qui) emergono alcune interessanti considerazioni che vorrei condividere con te:
gli amici rappresentano la prima linea difensiva contro la solitudine
il periodo di distanziamento ha stimolato molte persone ad ampliare la propria cerchia di conoscenze: contattando vecchi amici oppure a cercandone di nuovi
generalmente i rapporti con i migliori amici nascono durante l’infanzia
la maggior parte delle persone si mantiene più facilmente in contatto tramite i canali di comunicazione digitale
è sempre più sentita la necessità di sviluppare le proprie skill legate all’amicizia per imparare a mantenere i rapporti nonostante le distanze e per riavvicinarsi quando ci si perde di vista
Dal report emerge, quindi, che la maggior parte delle amicizie nasce durante l'infanzia e che saper mantenere e gestire le amicizie nelle differenti fasi della vita è fondamentale per il proprio benessere.
Da queste considerazione possiamo spingerci a dire che le esperienze di amicizia vissute durante l'infanzia rappresentino uno step imprescindibile per essere prima bambini e poi adulti felici e consapevoli.
E proprio partendo da questa riflessione è importante chiedersi
come i nostri bambini stanno vivendo le nuove modalità di amicizia?
Se, in questo periodo, chiedessi a un bambino di raccontarti la sua maggiore preoccupazione e tristezza, con buone possibilità ti risponderà "mi mancano i miei amici", "ho paura che si dimentichino di me", "sono triste perché non posso stare con i miei amici"...
Non importa se frequentano la stessa scuola e seguono le lezioni nella stessa aula, con le nuove norme di igiene la scuola fatica a rispondere alle esigenze di amicizia dei bambini: non possono scambiarsi materiale né farsi regali né ballare insieme né cantare insieme né abbracciarsi, mentre il loro concetto di amicizia è legato a una condivisione spontanea e sincera, prevalentemente fisica e visiva.
Nello sviluppo armonico dei bambini, l'amicizia assolve a numerose funzioni. Creare legami offrendo e ricevendo compagnia, confrontarsi nel gioco e condividere il divertimento permette al bambino di conoscere se stesso attraverso la relazione con l'altro. Durante l'infanzia si iniziano a condividere le gioie, ma anche frustrazioni e gelosie. Si comprende l'importanza di prendere in considerazione un nuovi punto di vista, di condividere regole socialiste morali e di sviluppare l'empatia. Si impara ad affinare la capacità comunicativa e la fiducia nell'altro allenando la cooperazione. Nei sani momenti di conflitto si allena il compromesso e la riconciliazione.
Silvia Santucci
L'amicizia diventa così non solo uno strumento per crescere in armonia, ma uno dei principali principali "influencer" delle emozioni. Infatti, le azioni naturalmente collegate all'amicizia, come il condividere, l'accettare, il perdonare, il ringraziare, il donare e l'aiutare, sono importanti nutrimenti di una delle principali emozioni: la gioia.
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Ricordo quando ero bambina come l'esperienza del fare amicizia fosse naturale, spontanea e piena di emozioni. Le strade e i cortili delle case erano gli scenari naturali dove i bambini mettevano in gioco battaglie, avventure di pirati, gare in bicicletta. Saper creare relazioni e mediazioni si imparava sul campo con naturalezza e velocità. Quanto le amicizie ci hanno formato al senso di appartenenza ad un gruppo, bisogno umano che elude la solitudine e il vuoto? Come oggi allora è possibile ricreare quei legami di amicizia tra i nostri giovani che sono fondamentali per farli sentire che non sono soli? Oggi più che mai, al tempo di Covid-19, dobbiamo educarli come sia possibile costruire relazioni sane anche attraverso un uso sapiente delle chat. Serve la nostra guida di adulti per aiutarli ad assumere un pensiero critico di quando la comunicazione in chat è sana e costruttiva e quando invece è falsa.
Consuelo Zenzani
Nei bambini specialmente, che non sono autonomi nel trovare "rimedi tecnologici" che possano ridurre virtualmente la distanza (come WhatsApp, Zoom, Facebook...) e colmare il nostro bisogno di vicinanza, i disturbi dell'amicizia si trasformano molto spesso in una diminuzione della gioia. E questo squilibrio emotivo viene di conseguenza compensato con altre emozioni quali la tristezza, la rabbia e la paura.
È quindi importante educare i bambini ad imparare ad alimentare la loro gioia costantemente. E quanto l'amicizia assume forme differenti, come in questo periodo, è importante aiutarli a guardare "le opportunità che hanno e non solo quello che vorrebbero".
Come?
1. Innanzitutto tranquillizzandoli che anche se lontani i suoi amici sono fortunati ad averlo e attendono anche loro con trepidazione di rivedersi.
2. Favorendo la comunicazione a distanza attraverso chiamate e videochiamate e supportando gli scambi di foto, disegni, audio, magari istituendo una chat "solo bambini" dove possono condividere le loro creazioni senza intasare il cellulare dei genitori.
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4. Oppure favorendo l'attesa e la fiducia, organizzando insieme a loro una "scatola dell'amicizia": un contenitore che conterrà messaggi e disegni da scambiare con gli amici. Questa scatola potrà essere posizionata in punto di scambio segreto che ritieni sicuro (ad esempio vicino al cancello del tuo giardino, all'angolo di una via, nel parcheggio biciclette della scuola...) e gli amici potranno alternativamente posizionarla, ritirarla e riposizionarla con nuovi contenuti.
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