Il diritto alla noia
Aggiornamento: 14 feb 2021
Lavorando prima come maestro e poi come dirigente scolastico mi sono accorto che quasi tutti i bimbi e le bimbe d’Europa o delle famiglie ricche del Sud del Mondo hanno riconosciuti i diritti stabiliti dalla Carta Internazionale dei diritti dell’Infanzia (istruzione, salute, gioco…). Ma agli stessi sono pressoché negati quelli che io definisco "diritti naturali". Questo manifesto è rivolto ai grandi, anche perché i piccoli lo capiscono al volo. Un po' come diceva il Piccolo Principe "…ai grandi bisogna sempre spiegare tutto quello che i bambini capiscono subito".
Così racconta Gianfranco Zavalloni nel suo "Manifesto dei diritti naturali di bimbi e bimbe", una selezione di 10 diritti che dovrebbero essere garantiti ad ogni bambino per una crescita armoniosa.
Tra questi diritti, il primo è il diritto all'ozio, ovvero il diritto a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti e il diritto alla noia, tempo in cui non fare nulla.

I bambini devono avere il diritto alla noia: è proprio da questa che nasce la creatività, la capacità di inventare modi nuovi per occupare quel tempo che si ha a disposizione, senza che l’adulto fornisca la "soluzione", senza che ci sia sempre qualcosa di programmato.
Dallo sperimentare i momenti vuoti si impara ad essere intraprendenti, fantasiosi, creativi. Cosa fare, ad esempio, in casa in una giornata di pioggia? Si può:
inventare pozioni magiche per diventare invisibili
travestirsi con gli abiti e gli accessori della mamma
entrare in garage e trovare vecchi giochi e dargli nuova vita
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