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Plastica: perché è così importante riciclare e diminuire il suo utilizzo? Lo spiega il mare

Sentiamo spesso parlare di plastica, di come riciclarla e dei danni che causa al nostro mare, ma ti sei mai chiesto perché?

Oggi proveremo a capire un po’ di più sull’argomento.


Quando parliamo di plastica parliamo di un composto organico, ossia le sue molecole sono costituite da carbonio (C) legato covalentemente ad altri atomi, più comunemente idrogeno (H), ossigeno (O) e azoto (N). È importante sapere però che la plastica non si trova in natura, a differenza di altri composti organici, ma si produce artificialmente a partire da risorse naturali come gas, petrolio e i suoi derivati.


Le diverse materie plastiche si classificano utilizzando il sistema americano SPI (Society of the Plastics Industry). Su alcuni oggetti composti da plastica troviamo il triangolo (simbolo caratterizzante del riciclo) e un numero distintivo che identifica la materia plastica.

Di seguito viene riportata la tabella del sistema SPI.




Per produrre la plastica vengono usati additivi plastici, prodotti chimici a base di diversi composti organici o inorganici che conferiscono determinate caratteristiche chimico fisiche al prodotto finale. Alcuni di essi, come il bisfenolo A, utilizzato per rendere il prodotto finale più rigido, e gli ftalati, utili per rendere la plastica più morbida e pieghevole, possono risultare dannosi per la salute.


Perché abbiamo detto tutto questo?


Perché, come penso tu abbia già sentito più volte, la plastica costituisce l’80% circa di tutti i rifiuti marini, creando a volte vere e proprie isole di rifiuti.


In che modo queste isole di rifiuti sono dannose?


Quando facciamo una passeggiata sulla spiaggia o vediamo qualche video in cui vengono mostrate le nostre coste invase dalla plastica non possiamo restare indifferenti.


Avrai sicuramente visto immagini di tartarughe intrappolate in buste di plastica o di pesci bloccati in reti abbandonate dai pescatori. Queste sono le conseguenze più evidenti. Infatti, sappiamo bene che questi organismi marini, se non vengono aiutati, moriranno per soffocamento.


Quello che dobbiamo conoscere è che oltre queste conseguenze ce ne sono altre meno evidenti o a cui non pensiamo.


La scomposizione delle materie plastiche abbandonate a carico degli agenti atmosferici, dell’abrasione meccanica e la fotodegradazione porta alla formazione delle microplastiche, cioè piccole particelle di materiale plastico generalmente più piccole di un millimetro.

Come puoi ben immaginare, queste microplastiche possono essere ingerite

dagli organismi marini e causare un’ostruzione

dei canali che porta a malnutrizione, compromissione riproduttiva e morte. Possono inoltre attraversare il rivestimento intestinale e accumularsi nei tessuti causando effetti deleteri.


Dalle particelle di microplastica abbiamo inoltre potenziali fuoriuscite di additivi plastici. Il bisfenolo A e gli ftalati, ad esempio, sono sostanze chimiche che possono bloccare o alterare le azioni dei normali embrioni.


Oltre al rischio per gli organismi marini esiste anche un rischio per gli umani. Infatti, il consumo di pesci e molluschi contaminati o l’ingestione di acqua potabile contaminata rischiano di causare gravi danni anche per la salute umana.


Cosa possiamo fare?


La prima cosa da fare è quella di eliminare il consumo eccessivo di plastica. Al supermercato cerchiamo di preferire alimenti non precedentemente confezionati. Proviamo ad eliminare i contenitori in plastica per il cibo d’asporto e le posate e bicchieri monouso.


Un'altra cosa importante è il riciclo. Buttiamo sempre la plastica nel suo apposito contenitore e non abbandoniamola per strada o in spiaggia dopo il nostro utilizzo. Purtroppo, sono ancora pochi i rifiuti riciclati e troppi quelli lasciati a cielo aperto.


Impegniamoci tutti un po’ di più e riusciremo a migliorare le nostre condizioni.


Iniziative e pagine utili


Se vuoi restare informato sull’argomento ti consiglio di seguire la pagina Instagram “Archeoplastica” che si occupa di sensibilizzare sull’inquinamento marino causato dalla plastica.


Un’altra iniziativa importante è Plastic Free, un’associazione nata nel Luglio 2019 con lo scopo di informare e sensibilizzare più persone possibili sulla pericolosità dell’inquinamento da plastica. Sono inoltre impegnati in progetti di pulizia delle spiagge e dei mari e nel salvataggio di tartarughe marine.


Per una più consapevole differenziazione della plastica ti consiglio di visitare il seguente link:


Dopo aver letto tutto questo, ti va di fare un esperimento?


Prova a raccogliere tutta la plastica che produci in casa in una settimana. Quanti sacchetti hai accumulato? Pensa se tutto quello finisse in mare... oppure, pensa semplicemente di dover vivere con tutti quei rifiuti in casa come fanno i pesci nel loro habitat.

Ora rifletti, tutta la plastica che hai prodotto era necessaria? Hai acquistato o utilizzato prodotti in plastica che potevi evitare facendo scelte differenti?


Se ti va prova a fare questo esperimento e fammi sapere. Mi farebbe piacere condividere la tua esperienza e sapere da te se hai qualche nuova soluzione da proporre. Ti aspetto!



Di seguito il video riassuntivo.




Fonti immagini




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